Tenuto conto di quanto descritto nella premessa e dell’esperienza di tanti operatori impegnati sul fronte dell’inclusione sociale, nel 2013 professionisti della riabilitazione, ricercatori, genitori e insegnanti da anni impegnati in diverse associazioni di volontariato spesso scollegate tra loro e confinate in ambiti territoriali ristretti, hanno deciso di promuovere la nascita di una nuova associazione, VI COMUNICO CHE PENSO, per costruire una rete più ampia, tendenzialmente nazionale, in grado di promuovere una nuova e alternativa visione della disabilità e sviluppare progetti di ricerca capaci di fornire una base scientifica a quello che in diverse occasioni molti di noi avevano per così dire “toccato con mano”, ovvero che l’espressione disabilità mentale spesso non è altro che la nostra incapacità di vedere ciò che è oltre l’apparenza.
L’obiettivo dell’associazione è non solo la divulgazione della CFA in modo corretto e rigoroso, evitando le applicazioni indebite che ne avevano minato la credibilità, ma anche lo studio rigoroso dei meccanismi sottostanti e la dimostrazione sperimentale della fondatezza dei risultati ottenuti attraverso essa.
I disabili che l’hanno sperimentata ci chiedono proprio questo: “Ascoltare e poter vivere comunicando con gli altri come una persona normale. Grazie a questo metodo sono capace di essere me stesso e comunicare con le persone che amo parlando di quello che sento di quello che mi spaventa e di cosa vorrei. Mi sento una persona normale e non un ritardato.” (M.).
C’è sicuramente molto da scoprire e da capire attorno alla CFA. I primi a sostenerlo sono coloro che la studiano e la applicano da anni e che proprio perciò avvertono l’obbligo morale di non negare a-priori l’evidenza dei vissuti che grazie a questa tecnica sono venuti alla luce, evitando che siano ricacciati – come dice il primo pensiero da cui siamo partiti – “nel buio dell’autismo” coloro che avevano cominciato a gustare il valore liberatorio della parola.
Fin dalla sua fondazione l’Associazione ha cercato di promuovere una corretta informazione sulla tecnica della CFA, nei cui confronti si manifestano spesso pregiudizi determinati da una sua scarsa o nulla conoscenza diretta. A questo scopo ha partecipato o organizzato in prima persona diversi convegni e giornate di studio e avviato una Scuola sulla CFA per formare persone qualificate in grado di applicare correttamente la tecnica.